Whistleblowing

Quadro normativo di riferimento

Il whistleblowing, o tutela del dipendente che segnala attività illecite, è definito dall’art. 1 del D.Lgs. 24/2023 come “la protezione delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o dell'Unione europea che ledono l'interesse pubblico o l'integrità dell'amministrazione pubblica o dell'ente privato, di cui siano venute a conoscenza in un contesto lavorativo pubblico o privato”. Tale decreto definisce la nuova disciplina del whistleblowing in Italia, in ragione del recepimento della Direttiva UE 1937/2019, che ha come scopo quello di “rafforzare l’applicazione del diritto e delle politiche dell’Unione in specifici settori stabilendo norme minime comuni volte a garantire un elevato livello di protezione delle persone che segnalano viola zioni del diritto dell’Unione” (art. 1 della Dir. UE 1937/2019).

In particolare, il D.Lgs. 24/2023:

• abroga l’art. 54-bis del D.Lgs. 165/2001, il quale conteneva la precedente disciplina in materia;
• amplia le condotte illecite segnalabili, includendo anche le violazioni delle norme comunitarie;
• definisce le nuove modalità di segnalazione per il whistleblower;
• dispone alcune tempistiche relative alla procedura di gestione della segnalazione;
• rinforza il sistema di tutele per il whistleblower.

Il D.Lgs. 24/2023 diventa così il più recente punto di riferimento nell’evoluzione del quadro normativo, già modificato in diverse occasioni sia dal legislatore che dalle soft law dell’A.N.AC.

Il regolamento per la gestione delle segnalazioni qui allegato ha come scopo quello di tutelare il dipendente, o il soggetto ad esso equiparato (es. collaboratore, fornitore…) che, nell’interesse dell'integrità dell’Azienda, segnala o denuncia condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro.

È possibile inviare una segnalazione di condotta illecita, anche in forma anonima, utilizzando questo link: https://cubiasc.whistleblowing.it/